mercoledì 16 marzo 2011

MANUALE TELLUS di Claudio Di Scalzo (2005-2009). Gauguin, Tre tahitiani

 

                                                                              Tre tahitiani, 1897


Tre tahitiani, 1898, Edimburgo, National Gallery of Scotland

Gauguin scrive che fu la classica bellezza della figura umana nell’elementare verginità della natura dei mari del sud, a fargli trovare i suoi colori e le sue forme. Affascinato dalla placidità, dai movimenti, dai gesti espressivi e dalla vita di questi uomini trovò «floridezza, fede, natura contro aridità, costrizione, artificiosità» (Noa-Noa). Egli vede i corpi del colore del bronzo bagnati dalla luce dorata, e cerca di fissare l’espressione dei loro grandi, semplici gesti e dei loro movimenti. In questo e in altri quadri che rappresentano la gente di Tahiti, gli si rivela una tacita musica, il suono dei pochi, forti colori. Una grande, serena pace emana dallo sguardo e dalle mani che reggono fiori e frutti; è più che esotico romanticismo ciò che Gauguin riesce qui ad afferrare. L’incanto dell’umanità primitiva riceve, per mezzo suo, figura artistica, «ancora una volta, prima che essa sparisca definitivamente dal mondo».

Gauguin, nei primi quadri del mare del sud, è sopraffatto dalla ricchezza delle forme e dei colori di questa natura esuberante nelle opere più mature, come in questa riprodotta, tutta l’atmosfera viene afferrata ed espressa solo dalla mossa cromaticità dello sfondo: un giallo oro assoluto e caldo, di mitica profondità, leggermente sfiorato da un velo violetto, sul quale le belle figure appaiono, per contrasto, scultoree e monumentali. (Claudio Di Scalzo)

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Il dipinto, pittura ad olio su tela, prima di arrivare alla National Gallery of Scotland di Edimburgo appartenne alla collezione di madame d’Andoque. A volte viene presentato nei cataloghi con il titolo “Conversazione” oppure come “Conversazione a Tahiti”. (cds)




VITA DI GAUGUIN


Nato nel 1848 a Parigi, Gauguin, dopo gli anni di scuola entra nella Marina, e, dopo molti viaggi all’estero resta per 12 anni, impiegato ben pagato, in un istituto bancario. Sono anni sereni, trascorsi insieme con la moglie, danese, e cinque bambini. Poi, nel 1883, esplode la passione della pittura, che rivela il suo grande talento, distrug­gendo però il patrimonio e la famiglia. I nuovi problemi della superficie, delle forme semplici, dei colori forti e interi, lo pon­gono fin dall’inizio in una posizione di contrasto con gli impres­sionisti. Nella Bretagna nascono le prime di queste opere che cercano di risolvere problema della superficie e del colore (vedi nelle immagini allegate il “Cristo giallo”). A Panama e sull’isola di Martinique egli trova colori che corrispondono ancor più alla sua immaginazione, una natura elementare, che lo entusiasma; forse risorgono in lui impressioni dell’infanzia, di quando, con la madre e i fratelli, visse nel Perù dal terzo al settimo anno di vita. Il tem­peramento imperioso e la sua aggressività in questioni artistiche, lo portano a contrasti con gli amici, fino alla tragedia con Van Gogh ad Arles, nell’autunno del 1888. Nella primavera di questo stesso anno egli aveva formulato il suo credo artistico; il successo di una vendita di suoi quadri gli offre, nel 1891, la possibilità di iniziare una vita del tutto diversa nelle regioni dei mari del sud. Dopo alcune delusioni iniziali egli trova ciò che veramente aveva sempre cercato: bellezza, natura intatta, purezza dell’essere. Egli dipinge fino all’esaurimento di tutti i suoi mezzi e di tutte le sue forze, torna, dopo una pausa a Parigi, (un’eredità, che riceve in quegli anni, è presto consumata, i quadri non hanno il successo sperato) va di nuovo nelle isole dei mari del sud, scrive (Noa-Noa) e dipinge vita e mito; crea, fino alla morte, avvenuta nel 1903, sculture e disegni, in mezzo a grandi difficoltà spirituali e materiali, alle quali sa ancora strappare veri capolavori.


Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it


NOTIZIE SUL MANUALE SCOLASTICO TELLUS DI CLAUDIO DI SCALZO
     
Inserii nel giornale telematico da me fondato e diretto TELLUSfolio (2005-2009) il MANUALE TELLUS (che riprende nome e testata della rivista/annuario di Marco Baldino-Claudio Di Scalzo, 1990-2009), manuale scolastico per il biennio e il triennio delle superiori, con la sezione LABORATORIO dove vengono esplicate unità didattiche, percorsi per gli esami, tesine. In parallelo nella sezione TELLUSmostre, sempre sullo stesso giornale, ho inserito collegamenti con "ARTE e SCUOLA" ed anche questo manuale visuale verrà ri-pubblicato e ampliato sul MANUALE TELLUS/MANUALE DI CLASSE. I recenti sviluppi della manualistica on line confermano la novità di questa mia intuizione sei anni fa! Il MANUALE TELLUS verrà ri-pubblicato su questo weblog in quanto quello presente, attualmente su TELLUSFOLIO è stato snaturato e tenuto on line contro la mia volontà di autore e docente dall'Editrice Labos-Cooperativa Labos di Morbegno. Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it  






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