Silvio Pellico
L'atto di nascita del Romanticismo in italia è in ritardo di qualche anno rispetto a quello del romanticismo tedesco ma fermenti romantici albergano in un poeta come Foscolo, di impianto neoclassico, similmente a quanto era avvenuto in Germania per i neoclassici di varia provenienza.
La polemica romantica scoppiò in Italia nel 1816 quando la scrittrice francese Madame de Staël, attiva propagandista delle idee romantiche pubblicò sulla Biblioteca Italiana di Milano un articolo: “Sulla utilità delle traduzioni”. Il testo era un attacco a fondo contro la letteratura italiana dell'epoca, considerata accademica, sterile, pedantesca, archeologica, arretrata rispetto al movimento generale delle idee e del gusto, e rivolgeva agli italiani l'invito a tradurre e studiare i poeti moderni delle grandi letterature europee. La presa di posizione della Staël suscitò la reazione di tutta l'Italia tradizionalista, accademica e classicheggiante e si attirò il consenso di numerosi letterati della nuova generazione. La reazione tradizionalista si strinse intorno al Giordani ed al Monti ed ebbe il suo organo ufficiale nella Biblioteca Italiana, mentre i giovani romantici diedero vita ad una rivista bisettimanale, Il Conciliatore, diretta da Silvio Pellico e redatta dal Di Breme, il Borsieri, il Berchet, II Visconti, il Maroncelli, il Gonfalonieri, con l'appoggio indiretto del Manzoni.
La Biblioteca Italiana era protetta dal governo austriaco che vedeva con simpatia la corrente classicista come quella che, preoccupata essenzialmente della forma non insegnava non impegnava l’artista alla conoscenza della realtà nazionale ed alla ricerca di nuovi contenuti; il “Conciliatore” invece durò poco più di un anno, dal settembre 1818 all’ottobre 1819, continuamente perseguitato dalla censura ed infine soppresso per le sue tendenze liberali ed antiaustriache. Del resto, come è noto, nel 1821 il gruppo del Conciliatore popolerà con alcuni dei suoi migliori uomini le carceri austriache.
Nel Conciliatore il legame fra Romanticismo (nei suoi aspetti più positivi) e Illuminismo risulta particolarmente evidente: e deel resto tale legame può considerarsi l’elemento caratterizzante del Romanticismo italiano. Gli scrittori del Conciliatore si richiamano spesso all’esperienza del “Caffè” e proprio dagli illuministi e dal Parini riprendono l’esigenza di un’arte utile, nutrita di ragioni morali e civili, strumento di progresso e di riscatto nazionale, capace di farsi comprendere dalel grandi masse della piccola e media borghesia.
La polemica quindi, non tocca tanto i classici, di cui non si disconosce il valore, ma si rivolge contro l’accademismo che mina tutta la poesia classicista moderna. Idee analoghe sostenne il Berchet nella sua Lettera semiseria di Grisostomo, fortunatissimo manifesto della poesia romantica in Italia.
Il Berchet individua anche il pubblico nuovo a cui la poesia si deve rivolgere: non la plebe analfabeta (gli “Ottentotti”) quasi del tutto incapace di comprendere il bello, non la ristretta cerchia dei letterati (i “Parigini”), troppo raffinati e viziati da un gusto formalistico, ma il vasto strato intermedio che si può individuare nella piccola e media borghesia e che il Berchet chiama “Popolo”; interessato quest’ultimo “al vivo delle cose nostre che ci circondano tutto dì” e non dalle regole, dai miti o da altre cose che si trovano solo nei libri.
Scheda divulgativa – Tellusfoglio-Scuola
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