martedì 16 febbraio 2010

Amore all'esame. Marx, Nietzsche, Freud, Kafka, Milena, Majakovskij

Che argomento scegliere per la tesina? Che argomento rendere centrale nelle discipline umanistiche? Partiamo da qui. Allora mi preme indicare alcuni autori, che sono stati negli ultimi decenni occultati, perché hanno sviluppato la critica della cultura e dell’ideologia. Marx, Nietzsche, Freud. Nomi utili, in un esame, per sviluppare nello studente il rapporto tra interiorità e libertà. Perché mai come oggi c’è necessità di autori che inquietino. Le nuove generazioni dai ventenni ai trentenni vivono magari da anticonformisti nell’abbigliamento, ma poi pensano e agiscono come nell’800 riguardo a strutture come la famiglia, il matrimonio, i figli, la libertà della donna, lo stato. Marx rivela come le forme dello spirito (le istituzioni) siano costruzioni ideali, proiezioni, della concreta realtà economica. Sottomettersi a queste proiezioni configura l’alienazione, cioè l’estraniazione da sé. Di fatto viene accettata l’ideologia dominante. Lo studente con Marx può ricostruire il secondo ‘800 con le sue contraddizioni e i suoi sviluppi.

Veniamo a Nietzsche. La vicina Engadina, per gli studenti valtellinesi e lombardi, dove soggiornò e scrisse, diventa basilare. Per la lingua tedesca, la geografia, la storia. Il filosofo può diventare una ventata di liberazione contro lo stordimento dato dalle apparenze. I pretesi valori sono solo menzogne perché se si cercano i moventi psicologici delle azioni altruistiche s’incontra l’egoismo. Se uno pensa di dire la verità in realtà mente imitando le regole sociali del linguaggio predominante. Ogni parola, cari signori dice, è una metafora, metafore che non hanno un legame necessario con l’essere della cosa, che credete?, non potete pretendere una verità oggettiva. Le parole che usate sono immagini che raccontano la vostra reazione soggettiva alle cose e agli eventi. Ma Nietzsche scopre anche l’apollineo e il dionisiaco. L’impulso apollineo spinge perché noi si cerchi rifugio nelle forme definite. Il secondo, il dionisiaco, nasce dal senso che il tempo scorre in modo irrimediabile, nasciamo moriamo, e la cornice di questo travaglio è la percezione degli istinti vitali. Dunque la vera realtà è l’energia con la quale la vita bussa ai nostri cuori e ai nostri sensi in modo irrazionale cercando di imporsi con tutti i mezzi. Resistervi conduce alla sofferenza. Tutte le forme delle convenzioni sociali create dall’uomo sono state create per resistere, in modo erroneo, a questo flusso di vita e di desideri.

Veniamo di sfuggita a Freud. L’altro maestro che può aiutare gli studenti a ribaltare le convenzioni. L’inconscio - che a volte si scatena nei sogni, in atteggiamenti fuori della norma, poi presto rientrati - suggerisce i nostri desideri che non osiamo (o non possiamo) appagare per via della censura sociale. Emerge il disagio della civiltà e cioè l’insoddisfazione che deriva dalle repressione delle nostre pulsioni. Nietzsche e Freud non propongono un’etica alternativa ma semplicemente demistificano la fede nell’autorità morale (Per Nietzsche è la voce del gregge in noi.) e indicano la responsabilità individuale nel non sottostarvi. Oppure se la si accetta che venga ammesso, senza falsi schemi, che è per la sopravvivenza e per la parvenza.

Per gli studenti che però volessero procedere a tema: consiglio: l’amore: vissuto e raccontato da Hölderlin, Majakovskj, Kafka. L’amore per conoscere un altro linguaggio che permetta agli studenti di inventare le parole per il discorso amoroso e di vincere gli stereotipi da telefilm, i buoni sentimenti zuccherosi, il dominio degli issimo dei superlativi assoluti. Partiamo da Hölderlin. Lo studente potrà ricostruire per storia della politica e dell’arte la fine ‘700, per filosofia il romanticismo. E poi presentare l’amore del poeta per Susette, la sua Diotima, maritata Gontard. Le lettere. Le poesie. E la follia di lui dopo la morte dell’amata. Ogni giorno percorro altri sentieri,/ raggiungo il verde bosco o la fontana,/ le rocce ove fioriscono le rose,/ dalla collina guardo la contrada,/ ma non ti trovo nella luce mai./ Dileguano nell’aria le parole,/ religiose parole d’altro tempo/ Davvero sei lontano, amato volto/ (…).

Con Majakovskij lo studente potrà conoscere chi si fece incidere il petto, furibondo di passione, dalla fede nel comunismo poetico e nell’amore oltre ogni steccato borghese per Lilja Brik. «Per me l’amore non si misura con le nozze. Per me l’amore non è il paradiso terrestre. Per me l’amore annuncia ronzando che di nuovo è stato messo in marcia il motore raffreddato del cuore». Quale migliore occasione per conoscere un rivoluzionario nelle forme metriche e in politica. La tragedia del comunismo che si ripiega nel terrore staliniano e l’amore che si smarrisce. E il suicidio con il coraggio di un ribelle. Con l’ultima poesia prima del colpo di pistola. Mi ama – non mi ama. Io mi torco le mani e sparpaglio le dita spezzate. Così si colgono, esprimendo un desiderio, così si gettano in maggio corolle di margherite sui sentieri. Tintinni a profusione l’argento degli anni! Spero, ho fiducia che non verrà mai da me l’ignominioso buon senso. Chi si scandalizzerà che gli studenti studino un poeta comunista e suicida vorrà dire che non sanno cos’è l’amore.

Ultimo autore per una possibile tesina sull’amore: Kafka. La Mitteleuropa e la letteratura tedesca fra le due guerre. Kafka che anticipa il surrealismo che innova la letteratura fantastica, forse la fonda, Kafka che intuisce il totalitarismo. Quanti collegamenti: infiniti come le sue interpretazioni. Ma io propongo Kafka innamorato di Milena e le lettere che le scrisse. Letteratura e vita talmente intrecciate da confondersi come fa il vento con la moltitudine degli steli. Non si sa più chi agita chi. «Tu sei il coltello con il quale rovisto dentro di me». Non c’è bisogna d’aggiungere altro: l’amore come forma di conoscenza anche dolorosa.

Questi alcuni suggerimenti per l’esame del 2006 e quelli che verranno. Forse saranno presi in considerazione. Del resto sull’amore gli studenti, che in genere lo vivono, possono prendere dei voti più alti dei loro prof. che su quest’argomento - mentre sdottoreggiano su tutto - stranamente tacciono.

Claudio Di Scalzo

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