sabato 27 giugno 2015

Claudio Di Scalzo: Perché sono a favore dei commissari tutti interni all'Esame di Stato e all'abolizione del colloquio d'esame







Claudio Di Scalzo

PERCHÉ SONO A FAVORE DEI COMMISSARI TUTTI INTERNI 
ALL'ESAME DI STATO
E ALL'ABOLIZIONE DEL COLLOQUIO D'ESAME


L'esame di stato così come è organizzato, anche se ovviamente come dipendente pubblico e insegnante svolgo ogni attività a norma di legge e di deontologia professionale, non funziona! Non mi convince da anni. E' superato e farraginoso. E, soprattutto, nella valutazione dello studente non è oggettivo.

Mi affido all'elenco semplificatorio.

A-Sarebbe opportuno che i commissari, la commissione esaminatrice fosse tutta interna, il CdC insomma. Con soltanto il Presidente di commissione esterno. E questo perché i professori conoscono gli studenti da tre anni o cinque, ne sanno le conoscenze e le competenze, il profilo didattico ed educativo. Gli obiettivi raggiunti. In più tranquillizzano gli studenti, non creano ansie dovute all'incontro con prof. sconosciuti, e possono gestire al meglio le prove scritte mappe e i percorsi o le tecniche del colloquio. La Commissione interna poi fa risparmiare risorse. Risorse che potrebbero esser destinate agli istituti invece che al pellegrinaggio dei docenti in altre scuole.

B-I commissari esterni valevano per una scuola che non c'è più. Oggi fra l'altro, per risparmiare i commissari sono della stessa provincia; da quest'anno sempre per risparmiare della stessa città. Alcuni miei colleghi sono al Caurga, docenti del Caurga sono al Leonardo da vinci. Insegnanti che si spostano in provincia e nelle cittadine da istituti spesso in concorrenza tra loro per gli iscritti. In passato poteva valere l'incontro con altre didattiche e paradigmi: insegnanti venivano dalla Toscana, dal Lazio, dal Veneto, dalla Sicilia. E altri punti di vista nella valutazione si arricchivano, potevano scontrarsi, ma dentro interpretazioni didattiche multiformi. 

C-Anche la prova orale così non funziona. Non è oggettiva. Meglio sostituirla con schede oggettive, Invalsi o d'altro tipo, ma che siano simili a quelle che poi dovranno affrontare gli studenti in sede di accesso all'università.

D-L'esame orale, così come la valutazione degli scritti in campo umanistico, e pure nelle terze prove, non tiene conto che negli ultimi dieci anni, gli studenti vivono anche sul web, producono immagini e testi per i social, si rapportano ad immagini e scritti e testi decostruiti destrutturati. Allora intanto per vincere grafie che ormai classicamente nessuno più usa le prove dovrebbero esser svolte su files di pc! e poi le valutazioni devono tener conto di queste formazioni di linguaggi ed espressioni nei giovani. 

In altri post ho evidenziato la necessità di procedere per storytelling, per laboratori, per fasi di produzione di testi creativi e non ancorati a valutazioni puramente grammaticali o contenutistiche. Accanto ad una più oggettiva misurazione degli apprendimenti in ambito scientifico su materie matematiche e scientifiche e professionali.

Se poi ogni istituto, in Autonomia, può inventare itinerari didattici specifici, che senso ha farne misurare gli esiti a docenti in un paio di ore massimo? chiedere loro di valutare un prodotto di cui sono all'oscuro? 

Gli insegnanti dovrebbero esprimersi sulla scuola in atto attraverso Forum, blog, social. Insomma esporsi maggiormente nel dibattito anche con studenti e famiglie. E non aspettare i soli momenti canonici di uno sciopero, di una opposizione ad una legge, alle prese di posizione nei Collegi Docenti.







POST SCRIPTUM 

L'imperativo è esprimersi sulla didattica la pedagogia la funzione docente. Sulla scuola nel 2015. Non su quella dei sogni o su quella che non esiste più da decenni.

Con questi post a lato della maturità chi scrive (che in realtà l'ha sempre fatto) opera considerazioni e fa delle proposte; oggi, fra l'altro, in maniera molto colloquiale e senza vis polemica dadaista, su questioni capitali del futuro della scuola. Al di là delle leggi approvate o rifiutate, il nocciolo della scuola è l'interrogarsi su come trasmettere i saperi (plurale), le conoscenze e le competenze nell'epoca telematica ed elettronica, ed al tempo della globalizzazione dei linguaggi. 



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