lunedì 10 maggio 2010

Claudio Di Scalzo Manuale di Classe: Da Beethoven a Mahler. Romanticismo e tardo Romanticismo




                                                                    Gustav Mahler


MUSICA DEL ROMANTICISMO E TARDO ROMANTICISMO
(Beethoven eroico, Berlioz, Mahler)

Dopo il massimo fulgore del classicismo, raggiunto con Haydn e Mozart, anche se nel salisburghese ci sono già empiti preromantici come nelle ultime sinfonie, i compositori cercarono di superarne gli esisti nella scrittura musicale. I musicisti del periodo romantico cercarono un’espressione più diretta di quanto permettessero le forme del classicismo: la loro linea rifletteva bene il periodo di sconvolgimenti politici dell'Europa del tempo, che si fecero sentire anche in altri campi artistici.
L'età detta "delle rivoluzioni", tra il 1789 ed il 1848 (che per l'Italia culminò con la III guerra d'indipendenza del 1866), fu associata alla partecipazione attiva di artisti e intellettuali che sarebbe arduo elencarli tutti. Gli ideali rivoluzionari però fallirono il loro scopo, non solo di trasformazione ugualitaria della società, ma anche di diffusione liberale delle libertà dell’individuo. Emblematico l’episodio che quando Napoleone Bonaparte si fece incoronare imperatore, Beethoven distrusse la dedica dell'Eroica, sostituendo poi le parole "Al generale Bonaparte" con "Alla memoria di un grande uomo.".
Fu questo “fallimento” soprattutto sotto la Restaurazione, (se vogliamo semplificare alla maniera storicista), a sviluppare nelle menti e nei cuori l'altra componente del Romanticismo, ossia l'evasione dalla realtà: anche stavolta, in tutti i campi (e in musica con compositori come Berlioz e Mendelssohn); per questo si avverte nelel sinfonie di questi musicisti la ricerca del pittoresco e in alcuni casi dell’esotico. In particolare in certi ambiti culturali si diffuse un grande interesse per il medioevo, sopratutto verso l’alto medioevo, così come verso il macabro e l’orrido in funzione antiborghese, in particolare nelle opere di narratori e poeti come Poe e Baudelaire.


TRASFORMAZIONI IN ATTO

Con Beethoven, ed ancora di più dopo di lui, bisognò ampliare l'orchestra per adattarla a forme espressive più intense: fu aumentato il numero dei fiati, venne perfezionata la costruzione dei legni per migliorarne l'intonazione, fecero per la prima volta la loro comparsa le chiavi, per facilitare la tecnica esecutiva. Anche gli ottoni vennero modificati: entrò il trombone e, con Wagner, tube, trombe e corni a pistoin, anche questi modificati per migliorarne l'intonazione. Anche le percussioni divennero più numerose.

La classe media iniziò ad interessarsi in misura sempre maggiore alla musica colta, per cui le sale concerto si arricchirono di un nuovo pubblico: la lunghezza dei concerti era notevole, comprendendo almeno due sinfonie, movimenti di composizioni varie, suites ed ouvertures. Nacque la figura del direttore d'orchestra, a causa della complessità della gestione di orchestre sempre più grandi, mentre Spohr, Weber e Mendelssohn iniziarono la tradizione di prove condotte con grande disciplina, adeguando così l'orchestra al nuovo ed imponente repertorio.


MUSICISTI E COMPOSITORI:  DA BEETHOVEN A SCHUMANN

Senza dubbio l'uomo che incarna maggiormente il movimento romantico è Ludwig Van Beethoven. Nel periodo romantico gli autori iniziavano ad affrancarsi dalla corte, proprio in virtù di quel desiderio di libertà espressiva che li portava a mal sopportare le imposizioni dei potenti e perciò allontanarsi dalla loro protezione, e Beethoven incarna integralmente questo spirito. Beethoven non ebbe mai quel rapporto di dipendenza che invece si ritrova in Haydn e, in parte, in Mozart: durante un concerto, al pubblico che insisteva nel cicaleccio gridò: "Io non suono per i porci!", mentre al principe Lichnowsky scrisse: "(...) voi siete quello che siete per accidente di nascita; mentre io sono quello che sono per opera mia. Principi ce ne sono tanti, ma c'è un Beethoven solo!".
Musicalmente, Beethoven fu classico e insieme anche romantico, appartenendo ad entrambi i secoli; la sua grandezza sta anche nell'aver accolto e non rigettato gli elementi del classicismo, facendone una nuova sintesi alla luce dell'ideale romantico. La melodia diviene più vaga, l'armonia meno definita, ma il tutto viene comunque calato nella forma per essere controllato: i quaderni di appunti tenuti da Beethoven stesso testimoniano il desiderio di formalizzare e codificare il materiale prodotto, tipico del classicismo.
Altri autori fondamentali del Romanticismo, invece, sono più schiettamente romantici: tra questi uno dei primissimi, se non il primo, fu Carl Maria von Weber, che espresse in musica lo spirito nazionale tedesco allora rinnovato: fu il primo ad usare il termine "opera romantica", applicandolo alla sua Silvana, accolta come evento patriottico assieme a Der Freischutz (Il franco cacciatore). Contemporaneo di Beethoven fu invece Schubert, che si basò sulla forma classica in maniera diversa dal primo: in Schubert la melodia ha maggiore importanza che in Beethoven, ciò che lo fece eccellere nella musica da camera, nel pianoforte e nei Lieder, anche se peraltro scrisse delle opere (attualmente dimenticate).
Non bisogna comunque dimenticare l'apporto dei musicisti italiani, tra cui Giuseppe Verdi che con le sue innumerevoli opere occupò la scena mondiale nel campo insieme a Wagner, adottando uno stile diverso da questo. Altri grandi del periodo furono invece Pietro Mascagni, che si rifece alla scuola verista (che avrebbe avuto in Verga uno dei suoi massimi esponenti nella letteratura), Ruggero Leoncavallo (del quale l'unica opera, I pagliacci, è tuttora eseguita con successo) e Gioacchino Rossini, della prima metà del secolo: egli fu il massimo operista italiano di questo periodo, pur avendo interrotto la sua produzione solo nel 1829 (con il Guglielmo Tell). Il suo genio portò all'opera buffa quel capolavoro che è Il barbiere di Siviglia, che mise n ombra l'omonima composizione del napoletano Paisiello.
Dopo Beethoven le forme classiche vennero messe sempre più in secondo piano, forse in primo luogo nella musica per pianoforte, che dai tempi di Beethoven subiva costanti miglioramenti tecnici (tra cui la costruzione del telaio in monoblocco, cosa che permise di aggiungergli molti altri tasti e corde). Questo portò ad un graduale abbandono della sonata in favore del pezzo pianistico: tra i grandi va ricordato Fryderyk Chopin, esecutore insuperabile e innovativo compositore di musica per pianoforte, le cui linee melodiche, l'uso del rubato e del legato, influenzarono profondamente gli autori dei periodi successivi fino al XX secolo.
La trasformazione culturale si vede anche nella fondazione di riviste dedicate ai vari argomenti: a Robert Schumann si deve la pubblicaziopne della Neue Zeitschrift für Musik, sulle cui pagine vennero divulgati i fondamenti del Romanticismo in musica, e in cui Schumann riversò la sua ostilità verso la borghesia conservatrice, scagliandosi contro coloro che rifiutano le idee nuove solo perché tali. Anche Schumann, come Chopin, riversò il suo genio nelle composizioni pianistiche.


LA MUSICA A PROGRAMMA

Questo fu un fenomeno del tutto romantico, iniziato da Hector Berlioz: nella sua Symphonie Fantastique egli preparò appunto un programma che permettesse agli ascoltatori di seguire ciò che l'autore intendeva esprimere. Oltre a questo, Berlioz introdusse l'uso del tema ricorrente nella musica sinfonica (idèe fixe), usandolo spesso per descrivere idee costantemente presenti, fino all'ossessione (come appunto nella Symphonie Fantastique, in cui simboleggiava tra l'altro la passione ossessiva della donna amata).


IL TARDO ROMANTICISMO

Il romanticismo si sviluppò, con tempi e modi diversi, in tutta l'Europa, influenzando anche i compositori più di musica operistica, come Verdi e Wagner. Intanto nascevano i primi fermenti nazionalisti, in particolare in Russia, che nella musica venivano espressi con l'intento di sviluppare e divulgare la musica tipica del proprio paese: Piotr Il'ic Tchaikovskij, dopo una iniziale preferenza per le forme classiche e la musica occidentale, mostrò un avvicinamento verso la cultura del suo paese, componendo sei sinfonie su materiale popolare: come Berlioz e Liszt usò il tema ricorrente introdotto da Berlioz, sia pure in maniera meno dettagliata.
Va ricordato poi, tra i grandi musicisti tedeschi, Johannes Bramhs, di Amburgo. Il suo talento innato si rivelò durante l'esecuzione della Sonata a Kreutzer di Beethoven, a Gottinga, alla presenza del violinista Joachim: essendosi accorto che il pianoforte era intonato un semitono sotto trasportò il brano "al volo", in maniera perfetta, tanto da suscitare l'ammirazione del violinista che volle conoscerlo.
I due divennero amici, ma Bramhs mantenne rapporti ottimi anche con Schumann, pur avendo atteggiamenti diversi nei riguardi della composizione musicale. Di carattere conservatore, egli adottò nelle sue sinfonie orchestre di dimensioni ridotte rispetto a quelle usate dai contemporanei, preferendo un organico vicino a quello scelto da Beethoven.
In Bramhs l'intensità dei temi è comunque mediata da una forma rigorosamente inquadrata: le sue prime composizioni pianistiche rivelano una scrittura orchestrale, rifiutano ogni tipo di ornamento e virtuosismo fine a se stesso: Bramhs cerca sempre ritmi incisivi e spesso sincopati, con una scrittura molto portata all'accordo. Dopo le composizioni giovanili si rivolse a forme minori (a parte sei serie di variazioni): le sue opere, pur non essendo tipicamente romantiche, sono comunque spesso meditative e talvolta malinconiche, come il quintetto con clarinetto e la sonata per violoncello e piano (o brani come il Geistliches Lied per organo e coro).
Bramhs passò alla sinfonia dopo i 40 anni, componendo le sue quattro sinfonie secondo linee tradizionali ma con un carattere molto personale, e con una tale inventiva da meritargli l'appellativo di migliore sinfonista dopo Beethoven.
Bellissima, infine, la produzione vocale di Bramhs, con i suoi due cicli di Romanzen aus Magelone e Vier ernste Gesänge, o l'Ein Deutsches Requiem incentrato su testi della Bibbia luterana: la musica è qui dominata dal coro, mentre le parti solistiche assumono minor rilevanza. In Germania, la tradizione sinfonica venne portata avanti da Anton Bruckner e Gustav Mahler. Il primo, tipico tardo-romantico, fu fortemente influenzato dalla sua formazione di organista di chiesa, usando spesso le sezioni dell'orchestra come se passasse da un registro d'organo ad un altro: pur non avendo grande influenza sugli autori successivi, ebbe un continuatore in Mahler, che come Bruckner preferiva un'orchestrazione imponente e forme di ampio respiro.
Mahler compose soltanto sinfonie e Lieder, arrivando alla produzione del Lied sinfonico con il ciclo Das Lied von der Erde (Il canto della terra). Mahler inoltre ampliò ulteriormente la forma sinfonica, aumentando le dimensioni dell'orchestra più di quanto avesse fatto Beethoven, ed oltre tutto si orientò verso opere di grande durata, come ad esempio la sua ottava sinfonia, sviluppata per soli, doppio coro, coro di ragazzi ed orchestra.
In definitiva nel tardo romanticismo convivono due tendenze: una, presente in Bruckner e Mahler, è l'espansione della forma; l'altra è il tentativo di arrivare ad espressioni concise, come accade nelle composizioni pianistiche e negli ultimi lavori di Brahms. Allo stesso modo, le melodie liriche resero obsolete le strutture della vecchia sonata, portando ad un maggiore interesse verso il colore del suono e dell'orchestra, interesse questo che verrà sfruttato ampiamente dai compositori impressionisti francesi: l'impressionismo inizia proprio nel Lied, passando per i poemi sinfonici ed arriva al pieno sviluppo verso la fine del periodo romantico.



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