venerdì 14 maggio 2010

Conoscere il Romanticismo con gli aforismi di Mary e Percy Bysshe Shelley




Gli Shelley
 

Vige nella scuola italiana, da parte dei docenti che insegnano letteratura, nella secondaria superiore, il culto esclusivo per il romanzo e la poesia. Il resto dei generi letterari dalla massima morale all’aforisma, dall’epigramma alla favola è assolutamente trascurato. Ora accade, sotto al cielo del duemila, che spesso né gli studenti intendano leggere i classici della letteratura, metti il Frankenstein della Shelley, né In difesa della poesia del marito; e che spesso ahimè, nemmeno i docenti, intendano leggerli: accontentandosi, magari, quando va bene, del libro dello scrittore di successo dal quale viene tratto un film altrettanto di successo, girato da un regista di successo, e allora, allora?, il Romanticismo, metti il Romanticismo, resta affidato alle note sbrigative di un manuale e del sentito dire.
La proposta del "Manuale di classe" è quella di leggere e meditare gli aforismi. Si possono creare lezioni sapienti che intrecciano i pensieri degli studenti con un aforisma romantico.
Qui di seguito alcuni di una coppia romantica. Anche estrapolati dalle loro opere.
E siccome c’è una sproporzione fra quelli della donna rispetto al marito poeta, rimediamo, mettendo la bibliografia delle opere in italiano di Mary. Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it



AFORISMI DI MARY SHELLEY


Le donne non dovrebbero avere potere sugli uomini, bensì su se stesse.

Nulla contribuisce a tranquillizzare la mente quanto uno scopo preciso, un punto sul quale l'anima possa fissare il suo occhio.

Ogni buon politico trasportato all'estremo è un produttore di malvagità.

Ciò che ha terrorizzato me terrorizzerà altri. Devo soltanto descrivere lo spettro che è venuto a trovare il mio cuscino a mezzanotte.



AFORISMI DI PERCY BYSSHE SHELLEY

Non c'è alcun divertimento nell'odio quando tutta la rabbia risiede da una sola parte.

Una storia di fatti particolari è uno specchio che oscura e distorce ciò che potrebbe essere bello; la poesia è uno specchio che rende bello ciò che è distorto.

Non c'è vera ricchezza all'infuori dell'umano lavoro.

Ciò che semini, un altro lo raccoglie. La ricchezza che trovi, un altro se la tiene.

Non sollevare il velo dipinto che quelli che vivono chiamano vita.

Tutti gli spiriti che servono il male sono schiavi.

Ogni uomo che valga qualcosa passa la maturità a liberarsi dalle pazzie o a espiare gli errori della gioventù.

Il dolore è cieco per qualche tempo, e così il mio. A nessuna cosa vivente auguro di soffrire.

Cos'è l'amore? Domandate a chi vive: cos'è la vita? Domandate a chi adora: chi è Dio?

La verità è sempre stata trovata per promuovere gli interessi del genere umano.

I gesti più consueti sono belli per l'amore.

Lo strumento più grande della buona morale è l'immaginazione.

Ogni epoca, sotto nomi più o meno speciosi, ha deificato i propri errori particolari.

Più studiamo, più scopriamo la nostra ignoranza.



MARY SHELLEY. Opere in traduzione italiana

Mary Shelley, Frankenstein, traduzione di Chiara Zanolli e Laura Caretti, Oscar Mondadori, Milano 2006.
Mary Shelley, Frankenstein, ovvero Il moderno Prometeo, introduzione di Maria Paola Saci, traduzione di Maria Paola Saci e Fabio Troncarelli, Garzanti, Milano 1991.
Mary Shelley, Matilda, traduzione di Mirella Billi, Marsilio Editore, Venezia 2005.
Mary Shelley, L'ultimo uomo, traduzione di Maria Felicita Melchiorri, Giunti, Firenze 1997.
Mary Shelley, Maurice, o la capanna del pescatore, traduzione di Cristina Dazzi, Oscar Mondadori, Milano 2003.



  

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