Hugo Von Hofmannsthal
AFORISMI
Come sentiamo, così vogliamo essere sentiti.
Genio è chi crea concordanza tra il mondo in cui vive ed il
mondo che vive in lui.
Gli amici non sono né molti né pochi ma in numero
sufficiente.
I bambini sono divertenti proprio perché si possono
divertire con poco.
I più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi contro
noi stessi.
La filosofia è giudice di un'epoca: brutto segno quando ne è
invece l'espressione.
La profondità va nascosta alla superficie.
Le persone che amiamo sono abbozzi di possibili quadri.
L'età dell'uomo vista di dentro, è eterna giovinezza.
Lo spirito sano cerca il reale, l'insano si attacca
all'irreale.
Si hanno un po’ meno amici di quanti si suppone, ma un po’
più di quanto si conosce.
Tutto ciò che è creduto esiste, e soltanto questo.
Una certa dose d'orgoglio è un utile ingrediente del genio.
Una piuma può tornire una pietra se la muove la mano dell'amore.
I buoni pensieri si devono poter guardare anche da
dietro.
Vita e opere di Hugo Von Hofmannsthal
(1874 - 1929)
Il nonno paterno di Hofmannsthal discendeva dalla Boemia e
aveva sposato una milanese. Suo padre, Hugo Hofmann von Hofmannsthal, direttore
di banca a Vienna, sposò Anna Fohleutner, originaria dell'Austria meridionale.
Dopo aver frequentato il liceo a Vienna, Hofmannsthal studiò giurisprudenza e
superò il primo esame di Stato; studiò poi filologia romanza e nel 1898
conseguì la laurea in filosofia. Nel maggio 1900 si presentò per il lettorato
in filologia romanza alla facoltà di filosofia delI'università di Vienna con la
sua «Studie über die Entwicklung des Dichters Victor Hugo». Nel dicembre egli
stesso ritirò la domanda.
Frattanto aveva sposato la sorella dell'amico Hans
Schlesinger, Gerty, e si era trasferito (1901) dalla casa paterna nella
Salesianergasse a Rodaun presso Vienna. Qui visse con la moglie e tre figli
fino alla morte, se si eccettuano molti viaggi che lo portarono per lo più
verso i paesi del Mediterraneo. Durante la prima guerra mondiale fu dapprima
ufficiale della riserva in Istria, poi all'archivio di guerra e nel servizio
stampa del Quartier Generale. Dal 1916 fu impiegato in missioni politiche in
Scandinavia e in Svizzera. La caduta dell'impero asburgico lo colpì come una
sventura personale. Da questo colpo non si riprese mai completamente.
Hofmannsthal venne alla ribalta a 17 anni come ragazzo
prodigio. Già nel 1890 aveva pubblicato nella rivista An der schonen
blauen Donau quattro poesie, firmandosi «Loris Melikow» (nome di un
generale russo sotto Alessandro II). Con lo studio drammatico Gestern (1891),
pubblicato con lo psendonimo di «Theophil Morren» nella Moderne Rundschau,
il giovane poeta divenne celebre di colpo. Fino al 1895 egli pubblicò con lo
pseudonimo di «Loris», perché come alunno del Liceo accademico gli era proibita
l'attività letteraria. Erano «opere giovanili», per le quali manca ogni
parallelo letterario: niente dello «Sturm und Drang» e del pathos giovanile,
manca la retorica enfatica come pure ogni tendenza declamatoria a migliorare il
mondo.
«Maturità precoce», «Neoromanticismo», «Simbolismo»,
«Estetismo», «Decadentismo», «fin de siècle» - le parole d'ordine erano belle e
pronte. Il contatto con i poeti del «Junges Wien» e la frequentazione del
celebre Café Griensteidl, il ripudio decisivo - in nessun modo programmatico - del
naturalismo per «l'arte per l'arte» certe caratteristiche impressionistiche
nonché i suoi sfoghi su argomenti letterari in giornali e riviste, dettero esca
a queste false etichette, che gli dovevano essere attribuite fino alla morte.
Hofmannsthal stesso ha indicato la via per l'interpretazione della sua
produzione giovanile nelle annotazioni Ad me ipsum (1931) scritte per
Walter Brecht.
Karl Naef ha rilevato per primo e validamente il carattere
«preesistente» dell'opera giovanile di Hofmannsthal e definito l'opera della
maturità come superamento ed esaltazione di questo stato. Ancor prima di aver
fatto la sua esperienza del mondo e di aver dominato razionalmente i problemi
della vita, Hofmannsthal possedeva una vasta coscienza universale, un senso
dell'unità totale, della connessione cosmica paragonabile al «panteismo» dei
giovane Goethe: non nel senso del misticismo cristiano, bensì piuttosto come
una specie di panpsichismo. Nelle prime poesie, particolarmente
caratteristiche: «Welt und Ich» («Mondo ed io»), «Der tiefe Brunnen» («Il pozzo
profondo»), «Ich losche das Licht» («Spengo la luce»), si avvicendano unità
cosmica e introversione estrema: io come mondo mondo come io. L'esperienza dei
mondo ha per lui il carattere dell'anamnesi, della reminiscenza platonica. Si
aggiunge nel giovane Hofmannsthal una coscienza della civiltà quasi altrettanto
inspiegabile dal punto di vista razionale.
Nell'erede del molteplice patrimonio culturale della
monarchia asburgica, nelle cui vene scorreva sangue ebraico, tedesco e
italiano, anche le cose più lontane e rare divengono vicine e vive. A questo
rapporto col mondo, con la storia, col patrimonio culturale corrisponde anche
il rapporto con i singoli argomenti letterari. Si trattava però in Hofmannsthal
piuttosto di un ripensamento, una trasposizione, un rinnovamento organico dei
motivi maggiori e minori della letteratura mondiale. Il concetto di «invenzione
originale» non ha per lui alcuna validità. Al suo posto subentra un pensiero
associativo infinitamente ricco, le cui tracce si possono seguire chiaramente
nelle annotazioni al romanzo incompiuto «Andreas» e negli abbozzi drammatici.
La grande crisi avvenuta nella sua vita e nella sua
produzione intorno al 1900 fu causata dall'uscita dalla «preesistenza». Così
definì Hofmannsthal «lo stato glorioso ma pericoloso»; del giovane nel suo
rapporto col mondo; condizione da lui considerata pericolosa, perché al di là
della problematica etica. Testimonianze di questa crisi sono Das Bergwerk
zu Falun (1899, pubblicato per intero solo nel 1933) ed Ein Brief (in Der
Tag, 18.10.1902, apparso in volume in Das Märchen der 672. Nacht, 1905),
divenuto famoso come «Der Brief des Lord Chandos».
La difficoltà di giungere alla vita dallo stato
mistico-preesistente, era aggravata dal fatto che inizialmente il poeta non
aveva fede religiosa. Il sacrificio che Hofmannsthal come poeta dovette
compiere, è espresso nella frase dello Ad me ipsum: «Il dominio magico
della parola, dell'immagine, del segno non può essere trasposto dalla
preesistenza all'esistenza». Ora si trattava per lui di dar forma con coscienza
e senso di responsabilità alla propria esperienza spesso difficile. Dopo la
perdita del possesso mistico-magico del mondo, egli dovette ancor più tendere
alla conquista poetica di esso e attraverso l'autocoscienza giungere
all'autodominio all'azione, al dolore.
È sorprendente e desta ammirazione il fatto che
Hofmannsthal, giunto a questo punto della sua evoluzione, non si sia rassegnato
e non si sia chiuso nel silenzio, dopo questa crisi tuttavia non scrisse più
poesie. Di tutta la sua produzione lirica, egli salvò solo 25 poesie. Dal poeta
venne fuori il drammaturgo il «saggista» - in un senso molto elevato - e il
depositario di una grande eredità, il politico della civiltà. Gestern è
l'unico lavoro di Hofmannsthal che nel dettato mostra caratteristiche della
letteratura fin-de-siècle. Ma anche qui il personaggio di Andrea «l'artista
della vita», viene già spinto all'assurdo.Der Tod des Tizian (1901) si
svolge in un «mondo elevatissimo», rappresentato come mondo dell'arte. In Der
Tor und der Tod (1900), come colpa del protagonista passivo, viene
presentato il distacco dalla vita, ma anche la «dolcezza della colpa», perché
essa e pure connessione con la vita.
Der weisse Fächer (1907) tratta il problema
fedeltà-infedeltà in chiave ironica; Die Frau im Fenster (1899) in
chiave tragica. Alkestis (1894 pubblicato nel 1911) da Euripide salva
il suo consorte col sacrificio di se stessa. Der Abenteurer und die
Sängerin (1899) accenna per la prima volta (ironicamente) al motivo
matrimonio-paternità-figli. Sobeide in Dle Hochzeit der Sobeide(1899)
naufraga proprio quando vuol realizzare il suo sogno. In Der Kaiser und
die Hexe (1900) viene raffigurata la liberazione attraverso l'azione da
una magica seduzione amorosa. Das Bergwerk zu Falun (1933) mostra un
tentativo tragicamente fallito di rientrare nel regno della «preesistenza». Das
kleine Welttheater (1903) tira le somme e accenna a creazioni future. Lo
stato panteistico della connessione universale è visto qui anche come amore
umversale, fratellanza universale nel senso del misticismo francescano.
In Gerettete Venedig (1904-1905 ispirato al dramma
di Thomas Otway Venice Preserved, 1682) risuona la polemica con S. George.
In Elektra (1903) e inOedipus und die Sphinx (1906) sembrano
affievoliti sia il determinismo scientifico sia le teorie di Bachofen e di
Freud. Il sangue appare come portatore del destino e della maledizione
ereditaria, non molto diversamente dagli Spettri di H. Ibsen. Elettra è
«uno ieri immobile meditabondo in attesa» (Nadler), Creonte e Edipo incarnano
l'hybris della razionalità e del sesso (Naef).
Con le commedie, che Hofmannsthal definisce la «socialità
raggiunta» egli intraprende la via della connessione non mistica col mondo.
Questa avviene, come egli descrive in Ad me ipsum, per tre vie: attraverso
l'attività, attraverso l'opera, attraverso il figlio: Christinas Heimeise (1910), Der
Rosenkavalier (1911), Ariudne auf Naxos (1912), Der Bürger
als Edelmann(1918), Dame Kobold (1920), Der Schwierige (1921), Florindo (1923), Der
Unbestechliche (1956) e Arabella (per Richard Strauss,
pubblicato postumo nel 1933). Queste commedie con i temi in esse trattati
(fedeltà e infedeltà, irrigidimento e «venirsi incontro», matrimonio e
paternità) non soltanto sono connesse tra di loro ma anche con la sua prima
produzione.
Sorprendente e caratteristico è il fatto che quasi tutti
personaggi positivi di Hofmannsthal siano figure di donne. Gli stessi temi
trattano, su un piano elevatissimo, anche Die Frau ohne Schatten (libretto
d'opera e favola 1919) eDie ägyptische Helena (1928). Al di là di queste
opere si stende un arco che va da Jedermann (1911) a Das
Salzburger grosse Welttheater (1922), a Der Turm(1925). Jedermann (ispirato
a Everyman, opera scritta in Inghilterra nel sec. XV) mostra una
problematicità rigorosamente cristiana. Morire non significa più «metamorfosi»
o esaltazione dionisiaca, bensì la fine della vita umana su questa terra. Fede
e opere sono concepite in senso cattolico. In Das Salzburger grosse
Welttheater la totalità del mondo intuita da Loris viene intesa come«theatrum
mundi» e ciò in una stretta adesione formale a Calderon. L'attualizzazione
avviene principalmente nella figura del mendicante, che rinunzia alla vendetta
per libera decisione della volontà: «Avvicinamento estremo al cristianesimo
cattolico, processo di formazione della dottrina sociale della Chiesa».
Der Turm parimenti ispirato a Calderon («La vita è
sogno») è una tragedia dello Stato e insieme il testamento di Hofmannsthal. Il
suo tema è il significato del mondo storico, l'ordinamento dello Stato, della
società e della famiglia e la struttura morale dell'individuo. C'è alla base
l'esperienza attuale della rivoluzione sociale, viene predicato il vangelo
della non violenza, simboleggiata dal re dei bambini nella prima stesura e
essenzialmente dalla figura del principe Sigismondo nell'ultima. In Sigismondo,
la regalità è vista come incarnazione dell'autorità spirituale-morale e in
funzione rappresentativa; in suo padre Basilio, come istinto del piacere e
potere personificato, in Giuliano come intelligenza ibrida; in Oliviero, che
nell'ultima stesura, più pessimistica assume particolare rilievo come
avversario di Sigismondo come fatalità politica. La preoccupazione del
completamento diDer Turm turbò gli ultimi 10 anni di Hofmannsthal.
Der Turm ebbe anche una funzione inibitoria rispetto a
un progetto più piacevole, il romanzo Andreas oder Die Vereinisten (pubblicato
postumo nel 1932). L'idea di un «romanzo di formazione» aveva occupato lo
scrittore fin dal 1910, nell'anno seguente furono stesi i primi capitoli, nel
1913 seguirono rielaborazioni col titolo «Die Dame mit dem Hundchen» («La
signora col cagnolino») e «Die wunderbare Freundin» («L'amica meravigliosa»).
Durante la prima guerra mondiale egli stese numerosi appunti
allusivi, che danno a vedere che era in gestazione un «Wilhelm Meister»
austriaco: al tempo di Maria Teresa un giovane signore di piccola nobiltà
viennese parte e attraverso la Carnia (incontro con la giovane Romana alla
fattoria di Finazze) giunge a Venezia, dove incontra avventure e metamorfosi.
Parimenti postumi furono pubblicati nel 1955 gli abbozzi di Xenodoxus.
L'opera del Bidermann (Cenodoxus) appartenente al primo barocco è solo un punto
di partenza. Le fonti di Hofmannsthal derivano qui da tre settori:
l'esoterismo, la fisiognomica e il folklore. Lo scrittore voleva mettere in
rilievo il carattere simbolico del mondo. Così si chiude, dalle primissime
poesie fino alle ultime annotazioni pubblicate, il ciclo artistico di
Hofmannsthal.
Hofmannsthal prediligeva il teatro festoso e sulle scene
volle il successo. Questo gli derivò, più che dalla «musica verbale» delle
prime opere, dalla sua collaborazione più che ventennale con Richard Strauss.
Essi composero insieme 12 opere teatrali. Oltre le opere citate, anche il
ballettoJosephslegende (1914), insieme con Harry Graf Kessler, e nel 1925 Die
Ruinen von Athen, sulla musica di Beethoven per Le creature di Prometeo;
infine ilRosenkavalier, film con scenografia e costumi di Alfred Roller.
Elektra, scritto già nel 1903, fu musicato da Richard
Strauss solo quattro anni dopo (in forma ridotta). Il poeta voleva allontanare
il musicista dal dramma musicale per indurlo alla commedia con musiche,
all'opera buffa, all'opera semiseria mitologica, alla commedia di conversazione
con musica. Ciò gli riuscì però solo in parte. Egli non fu in grado di cambiare
la musica di Strauss, talvolta non congeniale alla sua lingua e al suo stile,
anzi allo spirito dei suoi libretti. Le continue discussioni e le polemiche portarono
infine a un certo esaurimento. Il carteggio con R. Strauss documenta ancora una
volta su quale piano elevato fossero discusse queste diversità di opinione.
La saggistica di Hofmannsthal comprende gli Erfundene
Gesprache und Briefe(«Conversazioni e lettere immaginarie») e le Reden und
Aufsätze («Discorsi e articoli») che si trovano nelle Opere complete del
1927, integrate da Loris, il libro che raccoglie la prosa giovanile, e dalla Beruhrung
der Sphären (1931, «Contatto delle sfere»). Questi articoli (su argomenti
letterari, sulla Germania e l'Austria, su temi di politica culturale)
testimoniano l'attaccamento di Hofmannsthal al classicismo e al romanticismo
tedesco, al «secolo della cultura tedesca» che va dal 1750 al 1850. È da notare
che qui i riferimenti letterari e linguistici si richiamano continuamente al
modello neolatino, specialmente alla Francia. Anche nell'opera poetica di
Hofmannsthal è sempre visibile l'influsso neolatino, dalle prime reminiscenze
di De Musset, Gautier, M. Maeterlinck e Verlaine, attraverso Molière, per ciò
che riguarda spirito e tematica, fino alle ultime opere legate a Calderon.
Anche sotto questo aspetto Hofmannsthal segue le orme del Grillparzer, di cui
voleva essere considerato il continuatore.
Lo legò a George solo la reciproca stima delle rispettive
opere. Sul piano umano e ideologico la loro posizione era piuttosto antitetica.
Hofmannsthal non volle nessun «circolo» e nessun predominio letterario o
d'altro genere. Ogni mezzo, anche quello di un giornalismo elevato, era per lui
buono, per riuscire a penetrare nello spirito della sua epoca. Si preoccupò
perciò che «lo spirito diventasse vita e la vita spirito», e si adoperò per «la
concezione politica dello spirito e la concezione spirituale della politica,
nell'intento di formare una vera nazione» (nel discorso dí Monaco del 1927: Das
Schrifttum als geistiger Raum der Nation, «La letteratura come spazio
spirituale della nazione»). Da un punto di partenza austriaco egli intraprese
il tentativo finora più vasto e definitivo di creare per i tedeschi un nuovo
mondo culturale.
Perseguì questo scopo con la produzione librettistica e con
la sua attività di curatore di testi con la creazione del festival di
Salisburgo, di cui fu l'animatore spirituale, e con la partecipazione a
molteplici iniziative politico-culturali. Il suo obiettivo ultimo era un'Europa
rinnovata grazie alle risorse classiche, umanistiche e cristiane, che doveva
abbracciare in ugual misura l'elemento tedesco, quello slavo e quello
neolatino.
(Helmut A. Fiechtner - dal Dizionario della letteratura mondiale del 900,
Edizioni Paoline, Roma 1980)
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