LA SCAPIGLIATURA IN SINTESI ESTREMA GRAZIE
A CLETTO ARRIGHI
(a cura di CDS)
In Italia tra il 1860-70 nasce a
Milano il movimento della "Scapigliatura". Il nome che significa
spostato, scapestrato, deriva da un romanzo del 1862,” La scapigliatura e il 6
Febbraio” di Cletto Arrighi.
Di quest'opera riporto alcune
frasi tra le più significative: «Questa casta, vero pandemonio del secolo;
personificazione della follia che sta fuori dai manicomi; serbatoio del
disordine, della imprevidenza, dello spirito di rivolta e di opposizione a
tutti gli ordini stabiliti - io l'ho chiamata - la Scapigliatura. [...] La
Scapigliatura è composta da individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni
grado possibile della scala sociale. Proletariato, medio ceto e aristocrazia;
foro, letteratura, arte e commercio; celibato e matrimonio, ciascuno vi porta il
suo contingente, ciascuno vi conta qualche membro d'ambo i sessi; ed essa li
accoglie tutti in un complesso amoroso, e li lega in una specie di mistica
consorteria, forse per quella forza simpatica nell'ordine dell'universo attrae
fra di loro le sostanze consimili. La speranza è la religione degli
scapigliati, che i contemporanei italiani si ostinano a chiamare i boemi, con
orribile gallicismo; la fierezza è la loro divisa; la povertà il loro carattere
essenziale. Ma non la povertà del pitocco, che stende la mano all'elemosina,
bensì la povertà di un duca a cui tocca di licenziare una dozzina di servitori,
vendere molte coppie di cavalli e ridurre a quattro le portate della sua
tavola, perché, fatti i conti coll'intendente, ha trovato di non avere più a questo
mondo [...] che cinquantamila lire di rendita».
Ciò che caratterizza questo
movimento è la fine degli entusiasmi risorgimentali, il rifiuto della
tradizione borghese e del romanticismo patriottico e sentimentale che aveva
caratterizzato la cultura italiana della prima metà del secolo e la ricerca del
nuovo.
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