giovedì 23 aprile 2015

Vita e opere in sintesi di Giovanni Bertacchi. A cura di Claudio Di Scalzo




GIOVANNI BERTACCHI (1869-1942)
A cura di Claudio Di Scalzo

La famiglia Bertacchi arrivò a Chiavenna agli inizi dell’Ottocento, proveniente da Tremezzo sul ramo occidentale del lago di Como. Qui, come risulta da documenti d’archivio, era giunta nel 1662 da Lezza in comune di Pontelambro, ma in quei registri parrocchiali non compare la località di provenienza. Comunque i Bertacchi sono numerosi in Toscana. Da Giuseppe e da Teresa Morelli di Bette nacque a Chiavenna il poeta Giovanni Bertacchi. Il cognome è un patronimico, derivando dal nome del padre Alberto o Berto.
Oggi la famiglia Bertacchi non è più presente nella nostra provincia.

Biografia
Giovanni Bertacchi nacque a Chiavenna il 9 febbraio 1869 da Giuseppe e Teresa Morelli.
Dopo gli studi elementari a Chiavenna e medi al collegio Gallio di Como, Giovanni nel 1892 si laureò in lettere all’Accademia scientifico letteraria di Milano con una tesi sulla “Raccolta giuntina di rime antiche”. Nel frattempo, nel 1888, studente diciannovenne, stampava presso la tipografia Ogna di Chiavenna la prima raccolta di poesie, Versi, di intonazione carducciana, sotto lo pseudonimo di Ovidius. Successivamente alla leva obbligatoria, entrò come insegnante incaricato al ginnasio “Parini” di Milano, con sede nel collegio Longone. Coprì poi la cattedra di letteratura italiana al liceo Manzoni, sempre a Milano, fino al 1915.
Era intanto uscita nel 1895 presso Chiesa e Guineani di Milano, la sua raccolta più nota, Il canzoniere delle Alpi: un canto, spesso nostalgico, della sua terra natia, con spunti meditativi sul destino umano. Successive quattro edizioni uscivano presso Baldini e Castaldi, di Milano, oltre ad altre due a Sesto San Giovanni e a Piacenza.
Tre anni dopo pubblica Poemetti lirici, presso Sonzogno con accenti sociali, nell’esaltazione del lavoro e delle città operose e nel tentativo di conciliare positivismo, socialismo e mazzinianesimo. In quello stesso 1898, dopo l’insurrezione sociale di Milano. Lasciò temporaneamente la scuola, rifugiandosi per alcuni mesi in Bregaglia svizzera.
Uscirono poi nel 1903 dalla libreria editrice nazionale di Milano Liriche umane, dove conta la terra, il lavoro e la fede nell’uomo, di tono romantico. Insieme con Poemetti lirici, queste poesie furono pubblicate in altre successive edizioni presso Baldini e Castoldi di Milano.
Nel 1905 apparvero Le malìe del passato edite dalla Libreria editrice lombarda, un poemetto nostalgico del paese natale; nel 1906 Alle Sorgenti(Milano, Baldini e Castoldi), dove il canto nasce dalla vita di tutti i giorni e dal contatto con il mondo degli umili; ne seguirono altre tre edizioni presso lo stesso editore.
Nel 1912 è la volta di A fior di silenzio con motivi autobiografici e di carattere crepuscolare, di cui se ne fecero tre edizioni.
Dopo il riconoscimento di Arturo Graf e di Emilio Cecchi, nel 1916 il Bertacchi veniva chiamato alla cattedra di letteratura italiana dell’università di Padova, per chiara fama di poeta.
Nel 1921 pubblicò Riflessi di orizzonti, poesia della fratellanza umana e della pace. Con l’avvento del fascismo si fece il silenzio intorno a lui. Nel 1929 usciva, presso il solito editore, l’ultima raccolta in versi, Il perenne domani, un libro di fede, di malinconia e di speranza in un futuro migliore.
In quello stesso anno il Bertacchi iniziò a scrivere poesie in dialetto chiavennasco, rendendo la comunità locale molto fiera e “devota”al letterato. È anche autore di una ventina di saggi filologico-letterari, di una quindicina di discorsi a stampa, oltre che di vari articoli. Ritiratosi nel 1936 dall’insegnamento, morì il 24 novembre 1942 nella casa di Brugherio a Milano. È sepolto nel cimitero di Chiavenna.


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